Allora, considerato che è da un po’ di tempo che non scrivo, ho deciso di raccontarvi una piccola storia: La Storia dei LED.
Un bel giorno, decido di andare a visitare una stupenda mostra fotografica del grande maestro Giovanni Gastel.
La mostra in questione, se non ricordo male si chiamava “i cento volti della musica italiana”. Praticamente il Gastel ha fotografato cento artisti per una rivista, quindi un lavoro commissionato, da qui poi la mostra e tutto il resto.
Prendete con le pinze quanto sopra perché sono notizie che ho letto qua e la, ma ai fini del mio racconto non sono notizie fondamentali.
Veniamo al dunque. Mentre osservavo i ritratti, ho notato che nell’iride di ogni volto, erano presenti dei segni “particolari”, quasi degli archi di luce. Mi sono incuriosito tanto, anche perché l’effetto che restituivano, era davvero figo.
Continuo a visitare la mostra e più ritratti guardavo, più cresceva la mia curiosità su quegli spettacolari archetti di luce.
Tornato a casa, decido di fare una piccola ricerca sulla mostra in questione per cercare di capire che tipo di illuminazione il maestro avesse usato. Non ci è voluta una abilità da Sherlock Holmes a dire il vero. In pochi clic, ed una tisana, ho trovato la risposta a quello che cercavo.
Nei risultati delle ricerche di zio Google, mi appare un link all’intervista a Gastel con relativo video del backstage della realizzazione dei ritratti. Ed ecco svelato il segreto. Quegli stupendi effetti di luce, erano ottenuti con dei LED montati su delle strutture semicircolari.
Fantastico….!
Ci voglio provare.
Mi consulto con il mio papino tuttofare e decidiamo il da farsi. Ovviamente le strisce di led erano l’ultima delle preoccupazioni. La cosa complicata era realizzare le strutture semicircolari, che potessero essere montate su degli stativi, ed essere ovviamente indipendenti fra loro.
Ho pensato alle soluzioni più disparate, cominciando dai cerchioni di bicicletta. Poi, è arrivata “l’illuminazione”…. Ah ah si vocabolo azeccatissimo. Dei tubi di alluminio, molto leggeri ed economici. Talmente malleabili, che appiattirli non è stato complicato. Fissata poi una staffa ad elle per poterli montare sugli stativi, non rimaneva che attaccarvi i led e provare a scattare, per vedere se mi fossi avvicinato (ovviamente senza presunzione alcuna) all’effetto che aveva ottenuto Gastel.
Bhe ragazzi, il risultato è stato stupefacente, almeno per me. Anche perché abbiamo realizzato tutto veramente in economia.
Ma per fare un test degno di nota, ci voleva per forza un bel soggetto, dal visino di angelo.
Claudia.
Questo è il risultato.
Se il risultato vi è piaciuto seguitemi, farò ancora altri ritratti con questa tecnica.
Lu.